Primi passi: mia madre, le sette fasi di elaborazione del dolore, il Visto e l’Assicurazione Sanitaria

(pixers.it)

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Avrei voluto avere una macchina fotografica per immortalare mi madre quando le ho detto del viaggio australiano. La sua espressione è stata esattamente questa. Le parole sono arrivate dopo un po’. E non sono state piacevoli. Le fasi di elaborazione del dolore. Ecco, credo che le abbia passate anche lei, e devono essere state più o meno così:

shock: (“hktvfp!!fjpbf!!fobjspojrf!!”)

rifiuto:(“no, tu non ci vai”)

senso di colpa: (“oddio, vuoi scappare da me, cosa ti ho fatto?”)

paura: (“verrai mangiata da un coccodrillo, da uno squalo, verrai presa a pugni da un canguro, morsa da un ragno mortale”…e infinite variazioni sul tema)

rabbia: (“basta, tu non ci vai!!”)

depressione: (“tu ci vai e io non ti rivedrò mai più…”) 

accettazione: (va bene, ci vai però prendi tutte le precauzioni, ok?)

Scherzi a parte, il “prendi tutte le precauzioni” di mia madre si è trasformato presto in: telefonate a tratti angosciose con informazioni di vitale importanza per la partenza (“Devi andare all’Ambasciata, fatti controllare il passaporto!”,”Mamma il passaporto è ok, all’ambasciata perdo solo tempo”” Vai lì che ti danno tutte le informazioni” “Mamma ho una guida di 1000 pagine e un pc”,”Devi fare il visto!”, “No mamma, devo fare solo una procedura online”, “Secondo me se vai all’Ambasciata ti spiegano meglio”)

per il viaggio (“Come farete con la macchina, lì guidano al contrario! E per la patente, ho letto su internet che non vale! C’è da fare una procedura, vai all’Ambasciata che ti chiariscono tutto!”)

per la salute (“Devi fare l’assicurazione sanitaria! E appena arrivata in Australia devi registrarti in un ambulatorio, così ti attivano Medicare, ME-DI-CA-RE, hai scritto? E portati sempre dietro il Bentelan, è un salvavita!”)

E per concludere in bellezza, ecco la scrivania della mia camera. Durante la mia assenza è diventata così:

la mia scrivania sommersa dai fogli stampati da mia madre

la mia scrivania sommersa dai fogli stampati da mia madre

 Ammetto che la tentazione di ignorare il tutto c’è stata, ma dopo aver letto la lista dei principali animali mortali in Australia, sull’assicurazione sanitaria  ci ho fatto un pensierino. All’inizio mi sono informata su medicare, il sevizio sanitario australiano, a quanto pare uno dei migliori del mondo. Per gli italiani tutto bello, tutto gratis, grazie agli accordi di reciprocità Sanitari (RHCA) formati tra l’ Australia e la madrepatria.Peccato che al medicare ci si debba iscrivere, andare in ufficio, portare con sé documento del SSN, fare la coda, fornire un indirizzo un indirizzo fisso (che non ho perché farò 3000 km in macchina ) al quale medicare invierà per posta la tessera di iscrizione e poi aspettare 10 giorni l’arrivo della suddetta. (Più info qui e qui ). Peccato che io in Australia stia solo 18 giorni. E allora? Partendo senza nulla avrei causato un infarto alla mia povera mamma, e diciamocelo, io stessa mi sarei sentita più sicura con una copertura sanitaria e allora ho pensato alle assicurazioni a pagamento.

 All’inizio i costi sembrano rilevanti (anche più di 300 euro),ma dopo aver cercato un po’ online ne ho trovato una davvero vantaggiosa e completa, che abbraccia tutto il viaggio: Columbus assicurazioni, meno di 100 euro per due persone per 18 giorni. Ed è attivabile online anche il giorno stesso della partenza.

Il capitolo Visto si è chiuso più velocemente: per gli italiani basta andare sul sito del Governo Australiano e fare la procedura per ottenere un EVisitor. A me è arrivata la risposta in mezz’ora, con allegato un documento che dovrò portare con me durante tutta la vacanza. Fatto dal letto, alle 10 di sera. Senza andare in ambasciata. Con buona pace di mia madre.

Alexis Paparo